Calcata, 4 passi tra l’arte

Poco meno di mille abitanti, a circa 45 chilometri da Viterbo, vivono nel caratteristico centro di Calcata. Edificato in cima ad una montagna di tufo, si affaccia su un’ampia valle verde. Già questo basterebbe per farne un posto caratteristico ed incantevole. Ad impreziosirlo, la storia, la cultura e l’arte.

La storia racconta che in questo luogo si fosse rifugiato un Lanzichenecco che aveva preso parte al Sacco di Roma e qui avrebbe custodito il “Santo prepuzio”.Eravamo alla metà del 1500. Il racconto amministrativo recente risale al cambio di provincia quando un regio decreto spostò l’appartenenza da Roma a Viterbo.

Intorno a Calcata siti archeologici, strutture architettoniche, sentieri naturalistici ne fanno meta appetibile per il turismo o le brevi gite. Non ultimo per respirare quell’aria particolare che le dà essere considerata la “città degli artisti“. Scelta negli anni 70 come luogo ideale per vivere ed esprimere la propria arte da molti Hippies, ospita ancora architetti, pittori e scultori.

Registi e produttori ne hanno fatto teatro di riprese cinematografiche come “Amici miei” o “La mazzetta”. James Joyce la citò nel suo Ulisse.

Data la natura geologica su cui posa, soggetta a sgretolamenti, e il progressivo allontanamento degli abitanti, anche Calcata viene nominata la “Città che muore”, associandola in qualche modo a Civita di Bagnoregio.

Un bene così prezioso vale una gita fuori porta!

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