A DUE ANNI DALLA LEGGE I PICCOLI COMUNI ANCORA ASPETTANO

A distanza di due anni dall’approvazione della legge sui Piccoli Comuni non c’è ancora traccia del piano Triennale previsto dalla stessa, malgrado l’esistenza, oltre all’assessorato sugli enti locali anche di un ufficio di scopo apposito denominato “Piccoli Comuni e Contratti di Fiume”.
Purtroppo si parla tanto di queste realtà ma all’atto pratico, il nulla.

La legge a mia prima firma rappresenta una novità nel panorama legislativo della Regione Lazio che per la prima volta si dota di una legge organica su queste splendide realtà territoriali troppo spesso abbandonate. Una norma che stanziava ben 4,4 milioni di euro per sostenere le comunità locali di dimensioni più ridotte nella promozione delle attività economiche, sociali, ambientali e culturali nonché nella tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale”. Cosa ne è oggi di tutti questi contributi? Non è dato saperlo

Attraverso il piano si darebbe seguito a tutte quelle misure a sostegno di queste realtà che rappresentano il 70% di tutti i comuni del Lazio. Parlo dell’istituzione di un reddito di residenza attiva, suddiviso in tre annualità, per quanti trasferiscono la propria residenza in un piccolo comune, avviano un’attività imprenditoriale o recuperano beni immobili del patrimonio storico e culturale; di contributi una tantum a sostegno della natalità; di agevolazioni tributarie in materia di Irap, a favore delle nuove imprese costituite dopo l’entrata in vigore della legge; o del sostegno ai prodotti agricoli, agroalimentari nonché artigianali tipici locali, ai percorsi enogastronomici e alle iniziative che concorrono ad accrescere la sostenibilità ambientale.

Insomma un aiuto concreto a tutti i Piccoli Comuni, veri e propri scrigni che custodiscono natura, storia, cultura, tradizioni, saperi e sapori della nostra storia.